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domenica 23 giugno 2013

UN'IDEA ESTREMA DELLA LIBERTA'

Presentazione del seminario organizzato il 26/04/2013 per il centenario della nascita del concittadino B.Leoni, per "Ankon 2400" . Ventennale dell'attività del Centro B.Croce: Il futuro ci aspetta!!!


Il liberalismo è una tradizione di pensiero tanto articolata da poter apparire talvolta anche contraddittoria, e per questo è opportuno collocare il pensiero di Leoni nell’ambito del liberalismo classico. I liberali classici sono coloro che si richiamano alla più antica vocazione del liberalismo quello della limitazione del potere politico. Molte delle più importanti istituzioni che servono al benessere umano, dal linguaggio al diritto, dal denaro allo stato, sono il frutto dell’agire umano, ma non di una progettazione  dell’uomo. E riflettendo sull’importanza della “nascita spontanea”di queste istituzioni, nasce l’opera più nota di Leoni “ La libertà e la legge” che rappresenta una delle più corrosive critiche, di matrice  liberale, alla legislazione e alla rappresentanza. La riflessione, sull’impossibilità di una economia centralizzata, che non può tenere conto del vitale meccanismo di  scambio di informazioni tramite prezzi,ossia dalle informazioni di coloro che devono usufruire dei beni, appare a Leoni come un caso particolare di una teoria generale: non si può arrivare a un vero ordine, giuridico e sociale, che soddisfi tutti gli appartenenti alla comunità, senza partire dagli individui, dalle loro esigenze e dai loro bisogni. Così come la pianificazione rende  impossibile il calcolo economico e quindi il valore dei beni da produrre e scambiare, ugualmente la legislazione 

consiste nella creazione e imposizione del diritto in modo coercitivo, da parte di maggioranze variabili e contingenti che non sanno tenere conto delle esigenze e richieste dei cittadini, che sono

i veri fruitori, o consumatori del diritto. Leoni sostiene l’idea che il diritto possa formarsi con un processo diverso, non coercitivo, e più simile al modo in cui avviene lo sviluppo economico o quello scientifico. Dal diritto romano a quello inglese il diritto era qualcosa che non andava creato (decretato) ma qualcosa di preesistente che andava scoperto tramite l’opera dei giureconsulti e dei giudici.  Leoni prospetta una sorta di grande rivoluzione con la quale molte delle norme che ora sono leggi scritte passino nell’area delle leggi non scritte. Il processo di formazione del diritto riformato in modo da diventare un processo principalmente, se non esclusivamente spontaneo, come il commerciare il parlare o trattenere relazioni complementari da parte di individui con altri individui. Scoprire il diritto che si forma spontaneamente nel popolo che ricorda da vicino quello del mercato in cui sono i consumatori a dettare la produzione di cui hanno bisogno,

“Il diritto come pretesa individuale” di Leoni, si tratta di testi giuridici pubblicati nel periodo 1961 1966: immediatamente prima della prematura scomparsa. E ci troviamo di fronte a una ricostruzione organica della teoria per la quale Leoni può legittimamente venire accostato ai grandi autori giuridici e politici del Novecento italiano. Leoni nell’elaborare la teoria del  diritto come scambio di pretese individuali e della politica come scambio di poteri tenta di superare l’elemento coercitivo, presente nella politica e nel diritto proponendo un modello conoscitivo di come il diritto e lo stato nascano a partire dall’agire individuale. Alla base della formazione del diritto vi è la formazione di una pretesa lo fa per prendere a sua volta qualcosa. In tal senso la norma giuridica corrisponderà al prezzo di mercato, che è l’incontro tra domanda e offerta (che è anch’essa una domanda) e l’ordinamento giuridico sarà la risultante dei comportamenti e delle pretese degli individui. Ad essere determinante, nel diritto come nella politica, non è l’elemento competitivo o coercitivo, ma quello cooperativo:  gli uomini si scambiano beni (economia), pretese (diritti), potere (politica). Leoni riprende le sfide dei grandi pensatori politici e con la sua analisi ci porta a riflettere sugli elementi primi della politica e della società, e su cosa sia giusto e lecito che il potere politico faccia o non faccia. Nella realtà politica attuale esistono gli stati e i governi,ma siamo davvero sicuri che  la riflessione politica debba sempre ruotare esclusivamente intorno a loro e non anche agli individui e alle loro azioni?