Noi sottoscritti: Centro studi liberali B.Croce , Forum liberale Marche, Italia Libera Democratica ed altri non menzionati, per brevità ci rivolgiamo a lei stanchi di essere trattati come contribuenti, possibili evasori e trattati da sudditi. In parlamento non abbiamo più una rappresentanza politica eletta dal popolo sovrano ma personaggi “nominati” dai PARTITI e nei posti di comando circolano sempre gli stessi. Alla fine degli anni 90 avevamo il debito pubblico di circa 800 mld, oggi, questi sono quasi triplicati e rende più evidente il fallimento della classe politica di “nominati” che ci hanno governato in questo ventennio.
E’ più che evidente che il sistema attuale non funziona. Presidente Letta noi continueremo a pagare le imposte anche se pesano troppo nelle nostre famiglie. Ora vogliamo avere capacità propositiva responsabile per scelta di progetti, relative priorità, un più corretto rapporto con la società civile e società politica. Tenendo presente che la fonte della sovranità è sempre intestata al popolo e non ai partiti. “Nessuna vera democrazia può funzionare senza la partecipazione ed il consenso dei cittadini. Quando il cittadino è passivo è la democrazia che si ammolla”. Alexis de Tocqueville
In questo momento, in Italia, abbiamo una democrazia annacquata e stiamo perdendo anche la libertà.
Pertanto bisogna mettere al centro il lavoro strategico come l’esportazione; far partire l’ economia è la vera priorità.
Chi ci ha governato fino ad oggi sono stati i partiti, le correnti di partito nel proprio interesse, ed il paese sta affondando. Dobbiamo stoppare questa deriva negativa con capacità propositiva responsabile come la scelta di progetto, priorità, non più corrotti rapporti tra società politica e società civile.
Presidente Letta bisogna tenere presente che la società politica viene eletta per governare e servire il popolo sovrano, non possiamo dover vedere che tutti hanno un prezzo come risulta ampiamente dalle cronache giudiziarie di ogni giorno.
Presidente Letta, l’obiettivo è trovare i fondi necessari per attivare una seria riduzione del cuneo fiscale per tutto il 2014 e aiutare il governo ad invertire lo stato di recessione in cui è caduta l’economia, per velocizzare la crescita e lo sviluppo. La proposta è simile a quella del 3/11/2012 con ovvi cambiamenti dovuti al peggior andamenti dell’economia. Il progetto è raccogliere soldi dei volontari in un fondo di intervento per sottoscrivere titoli di stato in sede d’asta, per il 2014, laddove la BCE non può intervenire. Al forum dei cittadini possono contribuire casse di previdenza, gestione risparmi, associazioni imprenditoriali, ordini professionali e così via e quanti hanno a cuore l’interesse dell’Italia e non quelli della politica. Il ricavato delle aste sarà finalizzato esclusivamente alla riduzione del cuneo fiscale sotto severo controllo della Corte dei Conti, della Magistratura e della C.D.P., per evitare che i soldi possano finire in mano ad affaristi, al capitalismo di relazione ed altri possano distrarli dagli obiettivi prestabiliti.
Cuneo fiscale = aziende più competitive e famiglie con più potere di acquisto.
Abbiamo bisogno assoluto di far ripartire e velocizzare la crescita e lo sviluppo.
Nessun sistema di libero scambio può effettivamente funzionare se non è radicato in un ordinamento politico e giuridico che aiuti i cittadini ad annullare l’ interferenza dei loro affari da parte di altre persone comprese le autorità. (Bruno Leoni)Centro studi liberali B.Croce , Forum liberale Marche, Italia Liberal Democratica ed altrihttp://circolobenedettocroce.blogspot.it/
venerdì 13 dicembre 2013
domenica 3 novembre 2013
BRUNO LEONI: IL DIRITTO COME PRETESA
Ancora qualche considerazione sul seminario che il Centro Studi B. Croce ha organizzato il 26 aprile nella sede della Facoltà di Economia di Ancona, allo scopo di approfondire e diffondere il pensiero di questo filosofo ed economista liberale. Nel dibattito che si e sviluppato a margine della conferenza, che è stato definito da molti un'occasione irripetibile per il livello degli interventi e lo stimolo intellettuale che ne è derivato. Sottoscrivo. La figura e il pensiero di Bruno Leoni sono stati approfonditi, le sue intuizioni originali e sempre male interpretate, sono state messe a fuoco e sviluppate con una serie di esempi pratici tali da indicare le soluzioni liberali, a fronte di realta sempre piu limitative della liberta individuale. Per chi si sente liberale, la libertà è il valore fondante di tutti i diritti e doveri dei cittadini. Voglio ricordare quella che è senza dubbio la sua piu originale intuizione: il diritto come pretesa. Attenzione, noi siamo abituati a pensare che le pretese sottostanti ai diritti siano tali perchè c'è una norma statale che ne dispone. Il diritto soggettivo è un comportamento descritto da una norma. il monopolio legislativo dello Stato è quasi assoluto. Ma prima della norma, esistono tanti comportamenti, tante relazioni sociali, con cui i cittadini intendono regolare i loro interessi e sui quali c'è unanime consenso, c'è controllo sociale sui vari adempimenti perchè chi oggi è creditore, in un altro rapporto può essere il debitore. Se ti presto del denaro, posso pretenderne la restituzione perchè un tale comportamento è ritenuto giusto da tutti, compreso l' attuale debitore che, in altra occasione può trovarsi ad essere il creditore. La società giusta non ha la pretesa di essere ottima in assoluto ma è sicuramente la migliore possibile relativamente alla sfera privata e alla libertà individuale, in quel momento storico e secondo la propria evoluzione culturale.. Pensiamo a quante norme ci vengono imposte dagli organi comunitari, alle leggi statali, regionali ecc. norme che si pongono in una prospettiva astratta che, per lo più ci infastidiscono perche umiliano la nostra pretesa di essere noi a decidere.In questo senso le preferenze di Bruno Leoni vanno al sistema anglosassone in cui il diritto è scoperto dal giudice. Al contrario in Europa abbiamo ormai accettato il principio che la legge è onnipresente e unica fonte del diritto. La legge proviene dal consenso della maggioranza, non certo dalla totalità dei componenti la società. Del resto il sistema anglosassone deriva direttamente dal diritto romano dell'età repubblicana. L'editto pretorio elencava i criteri che il magistrato giudicante intendeva seguire nella soluzione delle liti.
domenica 23 giugno 2013
UN'IDEA ESTREMA DELLA LIBERTA'
Presentazione del seminario organizzato il 26/04/2013 per il centenario della nascita del concittadino B.Leoni, per "Ankon 2400" . Ventennale dell'attività del Centro B.Croce: Il futuro ci aspetta!!!
Il liberalismo è una tradizione di pensiero tanto
articolata da poter apparire talvolta anche contraddittoria, e per questo è
opportuno collocare il pensiero di Leoni nell’ambito del liberalismo classico.
I liberali classici sono coloro che si richiamano alla più antica vocazione del
liberalismo quello della limitazione del potere politico. Molte delle più
importanti istituzioni che servono al benessere umano, dal linguaggio al
diritto, dal denaro allo stato, sono il frutto dell’agire umano, ma non di una
progettazione dell’uomo. E riflettendo
sull’importanza della “nascita spontanea”di queste istituzioni, nasce l’opera
più nota di Leoni “ La libertà e la legge” che rappresenta una delle più
corrosive critiche, di matrice liberale,
alla legislazione e alla rappresentanza. La riflessione, sull’impossibilità di
una economia centralizzata, che non può tenere conto del vitale meccanismo
di scambio di informazioni tramite
prezzi,ossia dalle informazioni di coloro che devono usufruire dei beni, appare
a Leoni come un caso particolare di una teoria generale: non si può arrivare a
un vero ordine, giuridico e sociale, che soddisfi tutti gli appartenenti alla
comunità, senza partire dagli individui, dalle loro esigenze e dai loro
bisogni. Così come la pianificazione rende
impossibile il calcolo economico e quindi il valore dei beni da produrre
e scambiare, ugualmente la legislazione
consiste nella creazione e imposizione del diritto in modo
coercitivo, da parte di maggioranze variabili e contingenti che non sanno
tenere conto delle esigenze e richieste dei cittadini, che sono
i veri fruitori, o consumatori del diritto. Leoni sostiene
l’idea che il diritto possa formarsi con un processo diverso, non coercitivo, e
più simile al modo in cui avviene lo sviluppo economico o quello scientifico.
Dal diritto romano a quello inglese il diritto era qualcosa che non andava
creato (decretato) ma qualcosa di preesistente che andava scoperto tramite
l’opera dei giureconsulti e dei giudici.
Leoni prospetta una sorta di grande rivoluzione con la quale molte delle
norme che ora sono leggi scritte passino nell’area delle leggi non scritte. Il
processo di formazione del diritto riformato in modo da diventare un processo
principalmente, se non esclusivamente spontaneo, come il commerciare il parlare
o trattenere relazioni complementari da parte di individui con altri individui.
Scoprire il diritto che si forma spontaneamente nel popolo che ricorda da
vicino quello del mercato in cui sono i consumatori a dettare la produzione di
cui hanno bisogno,
“Il diritto come pretesa individuale” di Leoni, si tratta di
testi giuridici pubblicati nel periodo 1961 1966: immediatamente prima della
prematura scomparsa. E ci troviamo di fronte a una ricostruzione organica della
teoria per la quale Leoni
può legittimamente venire accostato ai grandi autori giuridici e politici del
Novecento italiano. Leoni nell’elaborare la teoria del diritto come scambio di pretese individuali e
della politica come scambio di poteri tenta di superare l’elemento coercitivo,
presente nella politica e nel diritto proponendo un modello conoscitivo di come
il diritto e lo stato nascano a partire dall’agire individuale. Alla base della
formazione del diritto vi è la formazione di una pretesa lo fa per prendere a
sua volta qualcosa. In tal senso la norma giuridica corrisponderà al prezzo di
mercato, che è l’incontro tra domanda e offerta (che è anch’essa una domanda) e
l’ordinamento giuridico sarà la risultante dei comportamenti e delle pretese
degli individui. Ad essere determinante, nel diritto come nella politica, non è
l’elemento competitivo o coercitivo, ma quello cooperativo: gli uomini si scambiano beni (economia),
pretese (diritti), potere (politica). Leoni riprende le sfide dei grandi
pensatori politici e con la sua analisi ci porta a riflettere sugli elementi
primi della politica e della società, e su cosa sia giusto e lecito che il
potere politico faccia o non faccia. Nella realtà politica attuale esistono gli
stati e i governi,ma siamo davvero sicuri che
la riflessione politica debba sempre ruotare esclusivamente intorno a
loro e non anche agli individui e alle loro azioni?
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