Il liberalismo è una tradizione di pensiero tanto
articolata da poter apparire talvolta anche contraddittoria, e per questo è
opportuno collocare il pensiero di Leoni nell’ambito del liberalismo classico.
I liberali classici sono coloro che si richiamano alla più antica vocazione del
liberalismo quello della limitazione del potere politico. Molte delle più
importanti istituzioni che servono al benessere umano, dal linguaggio al
diritto, dal denaro allo stato, sono il frutto dell’agire umano, ma non di una
progettazione dell’uomo. E riflettendo
sull’importanza della “nascita spontanea”di queste istituzioni, nasce l’opera
più nota di Leoni “ La libertà e la legge” che rappresenta una delle più
corrosive critiche, di matrice liberale,
alla legislazione e alla rappresentanza. La riflessione, sull’impossibilità di
una economia centralizzata, che non può tenere conto del vitale meccanismo
di scambio di informazioni tramite
prezzi,ossia dalle informazioni di coloro che devono usufruire dei beni, appare
a Leoni come un caso particolare di una teoria generale: non si può arrivare a
un vero ordine, giuridico e sociale, che soddisfi tutti gli appartenenti alla
comunità, senza partire dagli individui, dalle loro esigenze e dai loro
bisogni. Così come la pianificazione rende
impossibile il calcolo economico e quindi il valore dei beni da produrre
e scambiare, ugualmente la legislazione
consiste nella creazione e imposizione del diritto in modo
coercitivo, da parte di maggioranze variabili e contingenti che non sanno
tenere conto delle esigenze e richieste dei cittadini, che sono
i veri fruitori, o consumatori del diritto. Leoni sostiene
l’idea che il diritto possa formarsi con un processo diverso, non coercitivo, e
più simile al modo in cui avviene lo sviluppo economico o quello scientifico.
Dal diritto romano a quello inglese il diritto era qualcosa che non andava
creato (decretato) ma qualcosa di preesistente che andava scoperto tramite
l’opera dei giureconsulti e dei giudici.
Leoni prospetta una sorta di grande rivoluzione con la quale molte delle
norme che ora sono leggi scritte passino nell’area delle leggi non scritte. Il
processo di formazione del diritto riformato in modo da diventare un processo
principalmente, se non esclusivamente spontaneo, come il commerciare il parlare
o trattenere relazioni complementari da parte di individui con altri individui.
Scoprire il diritto che si forma spontaneamente nel popolo che ricorda da
vicino quello del mercato in cui sono i consumatori a dettare la produzione di
cui hanno bisogno,
“Il diritto come pretesa individuale” di Leoni, si tratta di
testi giuridici pubblicati nel periodo 1961 1966: immediatamente prima della
prematura scomparsa. E ci troviamo di fronte a una ricostruzione organica della
teoria per la quale Leoni
può legittimamente venire accostato ai grandi autori giuridici e politici del
Novecento italiano. Leoni nell’elaborare la teoria del diritto come scambio di pretese individuali e
della politica come scambio di poteri tenta di superare l’elemento coercitivo,
presente nella politica e nel diritto proponendo un modello conoscitivo di come
il diritto e lo stato nascano a partire dall’agire individuale. Alla base della
formazione del diritto vi è la formazione di una pretesa lo fa per prendere a
sua volta qualcosa. In tal senso la norma giuridica corrisponderà al prezzo di
mercato, che è l’incontro tra domanda e offerta (che è anch’essa una domanda) e
l’ordinamento giuridico sarà la risultante dei comportamenti e delle pretese
degli individui. Ad essere determinante, nel diritto come nella politica, non è
l’elemento competitivo o coercitivo, ma quello cooperativo: gli uomini si scambiano beni (economia),
pretese (diritti), potere (politica). Leoni riprende le sfide dei grandi
pensatori politici e con la sua analisi ci porta a riflettere sugli elementi
primi della politica e della società, e su cosa sia giusto e lecito che il
potere politico faccia o non faccia. Nella realtà politica attuale esistono gli
stati e i governi,ma siamo davvero sicuri che
la riflessione politica debba sempre ruotare esclusivamente intorno a
loro e non anche agli individui e alle loro azioni?