Pubblico la prima risposta data al Prof. Calafati , docente della Facoltà di Economia di Ancona, che aveva fortemente criticato sul suo Blog il titolo della presentazione del Libro di Leonardo Facco. Da tale critica è nata una interessante e pacata discussione sul ruolo della fiscalità e lo stato della democrazia in Italia.
Ringrazio il Prof. Calafati per questo intervento sul suo blog che ha suscitato così tante reazioni per molti aspetti giustamente indignate. Confesso di essere uno degli organizzatori dell’incontro e socio del Centro Studi Benedetto Croce di Ancona, al quale dedico parte del poco tempo disponibile che mi resta dal lavoro (sono anche lavoratore dipendente e le mie tasse e contributi sono trattenuti dallo stipendio, e quello che rimane adeguatamente tassato ogni volta che consumo). La nostra associazione non è legata al alcun partito politico quindi neanche al movimento libertario. Il manifesto riprendeva, come correttamente riportato da Valentina, il titolo del libro scritto da Leonardo Facco. Tale titolo è sicuramente provocatorio ai limiti dell’istigazione a delinquere, anche l’autore è altrettanto provocatorio ed è per questo che l’abbiamo scelto. Dopo diversi incontro molto “politicamente corretti” abbiamo deciso quest’anno di proporre alla cittadinanza due incontri “politicamente scorretti”. Una cosa non è stata notata, che oltre a Leonardo Facco, tra i relatori era presente anche Giorgio Fidenato, imprenditore di Pordenone, il quale ha intrapreso una battaglia legale e non violenta contro lo Stato rifiutandosi di ricoprire il ruolo di sostituto di imposta. Il Fidenato da diversi mesi versa tutto lo stipendio lordo ai 5 dipendenti delle sua associazione che a loro volta possono pagarsi direttamente le tasse. Peccato che le autorità preposte non accettano tali versamenti. L’operazione è avvenuta con una comunicazione preventiva mezzo raccomandata a/r all’agenzia delle entrate, all’inps, al ministero delle finanze e a tutti i suoi dipendenti. Fidenato è oggi volontariamente sotto processo (metodo socratico per cambiare una legge, considerata ingiusta e incostituzionale, dal basso che poco si addice ai “furbetti del quartiere” o ai “furboni nazionali” che fanno di tutto per NON farsi processare). Si è discusso anche di come la legislazione in materia di lavoro consideri il lavoratore dipendente un soggetto debole, da tutelare nei confronti del “padrone” (forse a ragione) ma anche da se stesso (forse un po’ meno a ragione). Si è discusso del sistema schiavista americano, dove il padrone si appropriava del lavoro dello schiavo dando in cambio cibo, un tetto e cure mediche. Si è discusso di altri sistemi, proprio della Svizzera, dove chi non paga le tasse viene velocemente smascherato, ma dove ogni anno si indicono referendum in materia fiscale mettendo a confronto costi e benefici di questa o quella imposta (può essere considerata la Svizzera uno Stato Democratico?). Devo dire che la partecipazione del pubblico al dibattito è stata molto ampia e non senza polemiche. Non siamo riusciti a discutere di tanti argomenti ma sarei veramente contento se, proprio con il Prof. Calafati, si potesse organizzare un prossimo incontro con il titolo che vorrà dare lui, gettare maggiore luce sul tema della fiscalità di cui si parla e si scrive molto ma del quale si sa ben poco (provate a fare una ricerca su internet e su un nervo così scoperto, su di un tema di così grande rilevanza per ciascuno di noi troverete ben poco di utile).
Non sono certo come il Prof. Calafati sul fatto che l’evasione fiscale sia la causa dell’erosione delle basi morali e politiche della democrazia italiana, forse ne è l’effetto.
Credo che valga la pena di approfondire il tema e le ralazioni di causa/effetto. Mi limito a proporre un’altra provocazione citata dal Facco, se la democrazia consiste in “due lupi e un agnello che decidono cosa si mangia a cena” non ne sarei tanto entusiasta, è forse meglio declinare il concetto di democrazia collegandolo a quelli di Democrazia Liberale, di Stato di Diritto, di Rule of Law ecc.ecc. concetti assai vaghi in Italia.
Rispondo infine ai punti sollevati confermando la nostra incoerenza con il titolo:
a) il Centro Studi Benedetto Croce è stato, come altre volte, gentilmente ospitato dalla Facoltà di Economia, che dei soldi pubblici, anche i miei, spero faccia buon uso. Di questa opportunità gratuita abbiamo sempre ringraziato e sempre ringrazieremo finché che ne sarà data possibilità
b) Il Centro Studi Benedetto Croce NON ha preso alcun contributo pubblico per l’incontro in oggetto ne per quello che sta organizzando il 3 dicembre con Piero Ostellino presso il Rettorato
c) Non so cosa avrebbe detto Benedetto Croce, liberale, vedendo accostato il suo nome all’Elogio dell’Evasore Fiscale. So che i liberali in Italia, oltre ad essere stati talmente pochi da considerarsi spesso poco italiani, sono sempre stati molto litigiosi tra loro, quindi non è escluso che ci avrebbe diffidati. Mi piacerebbe pensare però che si fosse potuto esprimere alla Voltaire: “Non condivido le vostre idee ma sono disposto a dare la vita perche voi le possiate esprimere”.
lunedì 30 novembre 2009
Evasioni Fiscali (di Claudio Ferretti)
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